LO STUDIO

“Entrare” in Dio attraverso le relazioni

L’esperienza trinitaria, che molti santi hanno vissuto nella relazione personale con Dio, assume per noi domenicani una dimensione “comunitaria”. Per noi, infatti, essa nasce non tanto dal rapporto tra me e Dio, ma tra noi e Dio. Quando viviamo l’amore reciproco, Dio ci fa “entrare” in Sé. Lo conosciamo “dal di dentro”. Lo studio domenicano è molto più che un semplice intellettualismo. È non accontentarsi di stare al di fuori, ma entrare dentro. È accogliere gli sprazzi di luce che lo Spirito ci dona nella preghiera. Questi bagliori interiori che riceviamo nella contemplazione, diventano oggetto di approfondimento tramite l’ascesi della ricerca per essere a loro volta nuova sorgente di luce. In questo senso, lo studio è per noi fonte stessa di contemplazione. Ma se la conoscenza di Dio la raggiungiamo insieme, allora lo studio domenicano è veramente fecondo solo quando è anche condiviso. Tra noi e con gli altri. Anche con chi è lontano e non crede o con chi, semplicemente, è diverso da noi. Le dispute sono nella migliore tradizione del nostro Ordine. E la verità non è “mia” o “tua”, ma ci supera e la troviamo quando accogliamo e viviamo l’amore reciproco e la sfida della comunione. La verità è una Persona, è Gesù che ha promesso: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Nel cammino verso la verità, incontrare chi vive ai margini del pensiero e della vita diventa per noi fondamentale.

 

 

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