PREDICAZIONE
LA GIOIA IMMENSA DELLA PREDICAZIONE DOMENICANA
La nostra vita domenicana non è ricerca di santità personale né di una via strana e singolare che ci separi dagli altri. Piuttosto, è annuncio di una meravigliosa notizia, in obbedienza al comando del Signore: “Annunciate la buona notizia a tutta la creazione” (Mc 16,15). Non solo agli uomini, ma all’intera creazione. Anche i fiori, le piante, le nuvole e il vento attendono che, come loro, rispondiamo al Creatore con il dono di noi stesse, nella via in cui Egli ci ha volute. Per divenire, insieme a loro, Sua lode perenne. E la notizia che annunciamo è questa: a Dio piace così tanto la nostra umanità che l’ha assunta lui stesso con l’incarnazione del Verbo. Le fonti domenicane narrano che l’Ordine “nacque in un’osteria” quando, per una notte intera, Domenico si intrattenne a discutere con l’oste eretico e lo ricondusse alla verità. E ciò che gli annunciò fu proprio il mistero dell’Incarnazione del Verbo.
Domenico era uomo di poche parole. Amava il silenzio, perché è nel silenzio che si può ascoltare la voce di Dio nelle profondità dell’anima. È nel silenzio che diventiamo capaci di riconoscere la presenza del Signore. Di captare la sua voce. Di distinguere i suoi passi nella nostra esistenza. Nel silenzio troviamo il coraggio di amare e perdonare, di donare speranza e offrire la nostra vita. Domenico amava tantissimo stare sempre raccolto in preghiera, anche quando era in cammino insieme ai confratelli. Eppure, nessuno era più socievole di lui.
Infatti, coltivava l’intimità con Dio, unica fonte di vera comunione. Dobbiamo avere il coraggio di interrompere una chiacchierata, talvolta, o una lettura o qualsiasi altra attività, per ritirarci un po’ con Dio. Per dirgli: “Guarda, Gesù, tu per me sei proprio il primo!”. Solo così saremo costruttori del Regno e della vera unità, dono dello Spirito. Non saremo parolai, ma “predicatori della grazia”.
E cosa significa essere “predicatori della grazia”? Vuol dire raccontare un’esperienza. Significa che un bel giorno siamo riusciti a guardarci nella verità, e abbiamo scoperto la malizia del nostro peccato. Abbiamo smesso di camminare sulle nuvole. Siamo atterrati sulla pista della verità di noi stessi. Da quella stessa pista decollerà, un giorno, la nostra predicazione. In quel momento di dolore, ci saremmo aspettati il giudizio divino e la meritata punizione. Invece, Dio ha moltiplicato la sua fiducia in noi. Ci ha donato la sua misericordia. Ci ha fatto conoscere il suo amore completamente gratuito e del tutto distante dal debole e limitato amore umano.
Quando siamo entrate nell’Ordine, abbiamo chiesto una sola cosa: “La misericordia di Dio e la vostra”. Forse, in quel momento, ancora non sapevamo cosa ciò significasse. Abbiamo iniziato un “cammino di perfezione” senza sapere che perfezione è conoscere la propria totale indegnità e donare agli altri la misericordia gratuitamente ricevuta. Nel vangelo, infatti, il comando di Gesù “Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro” (Mt 5,48) corrisponde all’ammonizione “Siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). Crescere nella perfezione significa anche conoscersi nella verità.
Dopo essere stata due giorni in monastero, una ragazza ci ha detto: “Siete normali! Troppo normali!”. Si aspettava di trovare degli angeli. Invece, ha incontrato delle persone. Ma Dio è innamorato proprio della nostra umanità. Che vuole rendere sempre più luminosa, con la sua grazia. Questa è la notizia più bella che un domenicano possa annunciare. È fonte di immensa speranza e di profonda letizia. Per questo motivo, la nostra predicazione libera i nostri fratelli e dona a noi una gioia talmente grande che il beato Reginaldo ebbe ad esclamare: “Ritengo di non essermi fatto alcun merito vivendo in questo Ordine, perché vi ho sempre trovato troppa gioia!”
Il monastero, casa della predicazione
Il monastero è la “casa della predicazione”. È la “casa della conversazione”. È il luogo in cui il vangelo sarà “leggibile” per tutti, perché scritto nelle nostre vite. La monaca vive “nascosta” nel costato di Cristo, da dove attinge quell’amore che le ricolma il cuore e che riversa su tutti i Suoi figli. E Dio si serve dei doni di ognuna per raggiungere i cuori della gente. Vita domenicana è valorizzare e promuovere ogni sorella perché possa predicare attraverso i doni di cui lo Spirito l’ha arricchita.
Conversiamo con gli altri non solo durante incontri di spiritualità e lectio divina, anche servendoci dei colori, della musica e della nostra creatività, ma pure con la semplice amicizia. È attraverso le vie più ordinarie delle relazioni umane, infatti, che abbiamo la possibilità di entrare nel cuore delle persone, di accogliere gli altri nelle nostre vite, di creare legami e amicizie, di condividere le paure, le difficoltà, le gioie delle persone, di lasciarci toccare dalle confidenze e di portare Dio nel cuore di tutti e tutti nel Cuore di Dio. Ma ci piace anche frequentare la piazza di oggi che si identifica con alcuni “luoghi virtuali” quali internet, Facebook, WhatsApp, Instagram, Tiktok.
Lo facciamo, però, da contemplative che, ogni giorno, imparano da Gesù il modo di parlare, di relazionarsi, di guarire, di donare speranza, vita e gioia.